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Selva di Cadore

Carnevale tradizionale

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Carnevale tradizionale della Val Fiorentina

Il Carnevale Tradizionale della Val Fiorentina è stato riportato recentemente in auge dopo 20 anni di assenza.

La manifestazione prevede il raduno delle maschere e la partenza della sfilata presso la piazza di Pescul. I "volti tradizionali", guidati dai Matazign e accompagnati dai musicisti, passano attraverso le vie di L'Andria e Toffol, anticipando il loro arrivo con il suono dei campanacci e delle fisarmoniche.

Il carnevale tradizionale della Val Fiorentina è un'occasione, per passare una giornata spensierata ricca di allegria, balli e divertimento.

Edizione 2025: Domenica 26 Gennaio

Programma:

ore 14: Ritrovo a Pescul e partenza della sfilata

ore 14:45 circa: Arrivo in località Toffol, pausa della carovana con balli e vin brulè offerto dalla sezione Alpini di Selva di Cadore

ore 16-16:30 arrivo delle maschere all'Hotel Nigritella di S.Fosca, festa danzante e premiazione della Maschera, Coppia e Gruppo più originale

Notizie storiche

Per tradizione i festeggiamenti di carnevale iniziavano il 6 gennaio quando “i coscric i dia a tole carneval sa l Nat” (i diciottenni andavano a prendere il carnevale in località Nat). Era tradizione, infatti, che il carnevale arrivasse dal Cadore attraverso la forcella Forada, pertanto, era consuetudine che i coscritti dell’anno che stava iniziando addobbassero una slitta trainata da un cavallo e, partendo dalla località “sa l Nat” di Pescul, prendessero l’allegria tradizionale del carnevale e la diffondessero per tutte “le vile” del paese con la musica. Per questo erano sempre accompagnati da musicisti.

“In màscora se dia vestìi da patafógn” (maschera orrida, vestiti di stracci, con quello che capitava e un cappellaccio).

“Se tiraa l scopetón (piccolo pesce salato) co la sòga (corda molto grossa)”.

Màscore de la farina

Giovedì Grasso i bambini (ma più spesso le bambine) andavano di casa in casa con un sacchetto e un cesto addobbato con nastri. Le bambine portavano sulle spalle un vecchio fazzoletto. Ad ogni bambino veniva data un po’ di farina e a volte delle uova. Con quanto raccolto avevano così la possibilità di preparare gli gnocchi o qualche dolce.